Anti-ché?

Se in questi giorni avete criticato su Internet l’operato di Israele, con ogni probabilità vi siete sentiti almeno una volta dare dell’antisemita.

Lolwut?

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Non puoi mai sapere quando all’improvviso BAM, prima di rendertene conto, ti trovi ad essere un antisemita in canoa con Hitler. A mio cugino il dugongo è successo! (da: il razzismo secondo l’Internet)

Un po’ si può capire. Il mondo intero è rimasto shockato dall’esplosione dell’antisemitismo con Hitler. Milioni di persone sono state distrutte senza alcuna ragione sensata. Naturalmente, a posteriori si è “scoperto” che queso odio covava da quasi sempre: era solo non notato, per la semplice ragione che era considerato “normale”. Perfino Voltaire, l’apice dell’Illuminismo, proprio nell’opera che avrebbe dovuto iluminare il mondo di Razionalità, il Dizionario Filosofico, scrive

“gli ebrei sono un popolo ignorante e barbaro, che unisce da molto tempo la piu’ sordida avarizia (…) al piu’ tenace odio per tutti i popoli che li tollerano e li arrichiscono”

Ed ho visto chi data “odio e persecuzione” a perfino prima del cristianesimo; anzi, prima ancora che l’Impero Romano arrivasse nella zona.

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Sicuro non siano 3500? Quel Faraone era chiaramente antisemita.

La conclusione è dura, difficile da digerire; ma di fronte a tanta evidenza, non possiamo non ammettere: l’antisemitismo è una malattia congenita dell’intera umanità. Un lato oscuro, una bestia interiore, pronta subdolamente ad influenzarci ad ogni minimo spazio che le sia anche per errore concesso, con un solo, feroce, incessante scopo: farci odiare gli Ebrei.

Ok. Se ci pensate, è un po’ meno ridicolo (ma neanche tanto meno) dell’idea che un Dio abbia crato un universo largo miliardi di anni luce solo per noi.

Ho dovuto zoomare parecchio per ottenere questa immagine

Un istinto fondamentale dell’umanità… solo per gli ebrei? È divertente; ma solo per un po’.

In realtà, l’odio per gli ebrei fino a metà del secolo scorso è abbastanza comprensibile. Perdonabile no… secondo la nostra etica moderna (…vi chiedete mai cosa penseranno di noi i moderni da qui a 500 anni -o anche solo 100?). E tuttavia, piuttosto conseguente, nella loro visione del mondo. Dato che gli ebrei erano tradizionalmente il “corpo estraneo” in una società altrimenti del tutto etnicamente e culturalmente omogenea; così nel Medioevo, ancora essenziamente così nel 1940.

E quindi, chiaramente, si sono trovati ad incrociare la strada del nostro più potente istinto ancestrale; quello che ci porta invariabilmente a fidarci di “noi”, e a temere chiunque non sia “noi”, in un circcolo vizioso infernale di recriminazioni ed accuse che, se avviato per qualunque ragione, tende quasi irresisibilmente ad autoalimentarsi.

Finché non ne vengano meno le cause.

(anche gli zingari erano odiati per lo stesso motivo. Ma erano meno visibili, perché relegati agli estremi margini della società. Gli ebrei invece avevano loro quartieri, una cultura orgogliosa -ed erano spesso cittadini importanti; mercanti, bachieri. Impossibili da ignorare. Nondimeno, tra 250.000 e 500.000 zingari sono caduti nei forni crematori)

Ok, questo è un meccanismo fondamentale: siamo portati ad odiare il diverso.

Senza dubbio. Ma chi è il diverso, oggi?

Gli ebrei? Seriously?

Nel caso qualcuno abbia vissuto nelle caverne negli ultimi ’70 anni, il mondo che ha creato l’antisemitismo (in occidente) è essenzialmente andato per la strada del Dodo.

Dodo_nazista

Non abbastanza piume per l’inverno russo

Nel 1940, in essenza, l’Europa e gli USA dominavano il mondo. Sì, c’era qualche stato accidentalmente indipendente, qui e là. Barbari che si sarebbero comunque piegati alla potenza delle nazioni bianche. Nazioni in cui, in gran parte, un uomo di un colore della pelle diverso era ancora visto più come un fenomeno da baraccone nella gabbia “selvaggio” che una persona –tantomeno qualcuno da temere. Forse forse i cinesi o giapponesi davano qualche inquietudine, più di recente -ma semrbavano sempre incredibilmente lontani. Niente di davvero rilevante per il cittadino comune.

Di conseguenza, l’unico “altro” possibile era quello interno. Gli ebrei.

Una generazione dopo -facciamo 1970? Il mondo è completamente capovolto. Gran parte delle ex-colonie si sono rese indipendenti; ed hanno spesso politiche che rivendicano marcata indipendenza dagli ex-padroni. Compresi paesi di un certo peso come India e Cina. Nel frattempo, commercio, viaggi internazionali, grandi migrazioni da un emisfero all’altro cominciano a diventare un elemento della vita anche del cittadino comune. Allo stesso tempo, movimenti di ribellione (ed il Rock ‘n’ Roll) portano alle masse la (parziale) fine della chiusura oppressiva in un'”identità” definita dal trincerarsi in una precisa tradizione e religione.

Risultato? Un mondo in cui, letteralmente quasi all’improvviso, miliardi di non europei hanno assunto rilevanza irresistibilmente crescente (e “l’identità europea” una rilevanza irresistibilmente calante).

Ovvio corollario. Di fronte ad un’enorme ampliamento della platea delle possibilità, non c’è alcun dubbio: al confronto, gli ebrei sono diventati “noi.

Per questo la creazione di Israele è stato forse il più clamoroso errore della Storia. Ancora prima che per quello che poi hanno fatto ai palestinesi, gli ebrei sono andati a rinchiudersi in un buco di bunker razzialmente connotato esattamente nel momento in cui la loro “razza” smetteva di essere un problema per il resto del mondo occidentale!

(ditemi che un ebreo è più sicuro oggi in Israele che in Germania. Avanti, ditelo)

Certo, c’è ancora qualcuno in Europa che si dice “antisemita”. Pazienza; può esserci anche qualche pollo che si dà importanza chiamandosi ‘Dodo’, ciò non lo rende meno pollo (anzi).

Naturalmente, “ebreo” è rimasto un’etichetta con un certo prestigio, disponibile a chi cerchi qualcuno da odiare. Ma il punto è che è solo un’etichetta –ben indietro, nel gran mucchio, a “Bilderberg”, “Massoni”, “NWO”, “Rettiliani”, “1%” (…per non parlare, ormai, di “Europa”). Ha un nome ed una tradizione –ma è completamente scomparso quel che a quella tradizione dava sostanza -e quindi “presa” sulle masse.

 

Uteriore riflessione. Nonostante questo, c’è ancora un concreto rischio di antisemitismo per il futuro? Certo.

Chi è il diverso, oggi?

  • Gli africani (subsaharaiani) non sono una minaccia. La loro cultura era (per i parametri utili oggi) poco sviluppata; ed è stata comunque in buona parte falciata dai conquistatori europei. Gran parte di quello che oggi associamo all’idea di africano è in effetti made in USA, per via degli ex-schiavi; ma anche in Africa la religione è perlopiù cristiana, la lingua inglese o francese, le istituzioni spesso diretta eredità di quelle coloniali (con nuovi padroni locali). Come se non basatsse, sono tendenzialmente divisi tra loro (con qualche ragione: l’Africa ha più diversità genetica dell’intero resto del mondo). Possono essere odiati se identificati come poveri… ma “il complotto dei neri” non venderà mai molte copie. Tanto che, se è ricco, un nero può diventare presidente degli Stati Uniti, ed essere in tutto e per tutto “noi”.
  • Gli asiatici hanno una loro identità piuttosto forte. Ma allo stesso tempo flessibile. In un campo fondamentale come la religione, ad esempio, sono tendenzialmente da sempre abituati ad una pacifica convivenza e compenetrazione. Complessivamente, nell’ultimo secolo sono riusciti ammirabilmente ad adattare le loro culture giusto quel tanto che basta per candidarsi ad una cittadinanza di prima classe nel mondo occidentale diventato globale. Noi ci facciamo gli affari nostri, loro si fanno gli affari loro, e soprattutto facciamo ottimi affari insieme.
  • Il resto del mondo -Europa, America del Nord e del Sud, Oceania- è essenzialmente abitato da bianchi. Resta soltanto…

…circa un miliardo di persone che si identifica, spesso fortissimamente, con una religione che non ammette alcun cambiamento, che permette esplicitamente (o incoraggia) pratiche oggi considerate barbariche come la dominazione dell’uomo sulla donna, la poligamia e il matrimonio infantile; e già che ci siamo, che esorta i suoi fedeli a restare e combattere uniti -perché è loro diritto(/dovere) divino conquistare un giorno il mondo intero. Proprio le premesse giuste per andare d’accordo.

Economicamente? Mentre gli asiatici si stanno arrichendo col lavoro, ed hanno quindi acquisito un solido buon senso pragmatico, nella gran parte dei Paesi arabi è piovuta una letterale pioggia di dollari senza alcun vero motivo che non sia un liqido nero nel terreno. Come conseguenza, si è creata un’aristocrazia di ricchissimi con orologi ridicolamente più avanzati della loro visione del mondo; ed un popolo abituato ad essere tenuto almeno sopra la soglia della povertà da abbondanti sussidi pubblici. Can’t end well.

Oh: e sono ad un tiro di sasso dalle coste europee. (oltre ad essere già minoranza problematica ai confini della Cina -senza parlare delle tradizionali ottime relazioni con l’India)

Risultato? Se la fase dell’umanità in cui facciamo andare avanti il mondo con esplosioni di dinosauri liquidi arriverà ad una fine non abbastanza graduale, gran parte del mondo arabo rischia un collasso al confronto del quale le primavere arabe (causate, ricordiamo, dal calo del prezzo del petrolio dopo la crisi economica, assieme ad un rincaro dei prezzi alimentari) saranno state solo un leggero antipasto. Il che provocherebbe un’ondata di immigrazione in Europa (e probabilmente in Cina ed India, oltre che ovviamente negli stati islamici ancora a galla) di dimensioni mai viste.

Allo stesso tempo, anche molti sceicchi arabi sarebbero arrivati qui; in veste molto diversa -per investire i loro petrodollari, e penetrare prepotentemente nel nostro mondo finanziario (ricordiamo che gli Emirati Arabi Uniti hanno comprato Alitalia, per dirne una).

Riassumendo

  • Forte identità, tradizioni diverse, rifiuto di assimiliarsi? Check
  • Atteggiamento “un giorno tutti voi miscredenti vi inchinerete al nostro Dio”? Check
  • Masse di poveri da accusare e temere dal basso perchè sono poveri, e allo stesso tempo non pochi ricchissimi da accusare e temere dall’alto perché sono ricchissimi? Check

But wait, there’s more!

  • Per quanto le tradizioni ebraiche fossero (orgogliosamente) diverse …erano essenzialmente equivalenti. Le leggende di pratiche orrende erano, appunto, leggende. Se ci avesse riflettuto in maniera razionale (se…), un italiano avrebbe dovuto concludere di essere più diverso da uno scozzese (portano la gonna, diamine) che da un ebreo italiano.

    Ma Maometto ha sposato una bambina di nove anni. E la verità della Rivelazione è immutabile. Quindi, non si arriverà, né oggi né mai, ad un ripudio ufficiale di queste pratiche. Stesso per le punizioni corporali a donne disobbedienti, condanna degli omosessuali, et cetera. Sono tutte nero su bianco in un libro scritto non da profeti, non da testimoni un secolo dopo, da-Dio-in-persona. In aggiunta, l’accento è non “sull’amore”, o altre cose tutto sommato adattabili ai tempi… ma sull’obbedienza rigida e formale alla lettera delle leggi. Prendete la difficoltà che abbiamo avuto a rendere il cristianesimo compatibile con il mondo mederno -e moltiplicatela per poco meno di infinito.

  • Gli Ebrei si sono sempre fatti gli affari loro. Vero che le loro Scritture promettono che “dall’Oriente all’Occidente, tutti renderanno omaggio a Javeh alla fine dei tempi”; ma oggettivamente non hanno mai mosso concretamente un dito contro qualcosa al di fuori della Palestina (…a cui riservano il trattamento speciale: l’hanno conquistata con massacri e pulizie etniche anche 3000 anni fa. Bei vecchi tempi, eppure, sembra ieri!). Di nuovo, le leggende di complotti ebraici per conquistare il mondo erano la versione vintage del complottismo- ed altrettanto deliranti e scollegate dalla realtà.

Ma per leggere intenzioni di conquista del mondo da parte islamica non serve immergersi nei bassifondi di teorie paranoiche -basta leggere le notizie di cronaca! Del resto, di nuovo è tutto scritto nel libro-sacro-immutabile: la guerra santa è un dovere.

Il che non significa che un notevole numero di arabi non potrà integrarsi con successo nel mondo moderno. Significa tuttavia che ci saranno infinite resistenze, che gli attriti sono appena cominciati -e che, per chi voglia soffiare sul fuoco del “noi” e “loro”, ci sarà ben più materiale di quanto ce ne sia mai stato per gli ebrei.

  • …e a completare il quadro: gli ebrei erano una presenza tradizionale nelle città europee. Oltre alla storica diffidenza, c’è comunque voluta una guerra devastante, ed un’altrettanto devastante crisi economica, prima che la gente diventasse abbastanza paranoica da convincersi che un gruppo presente da millenni fosse un “problema urgente”

Ma l’immigrazione dal Nordafrica/Medio Oriente sta avvenendo ORA. Nessuno sa davvero quali dimensioni assumerà, o quali conseguenze potrà portare quando le avrà assunte. Conseguentemente, serve molta meno paranoia per esserne spaventati -o almeno fortemente sospettosi.

Quindi, esiste un pericolo di “antisemitismo”? Certo: gli arabi sono semiti.

In effetti, il fatto che non siamo già razzisti (non in maggioranza) è decisamente una medaglia al merito di quanto le cose siano cambiate nella nostra cultura dal tempo in cui esisteva l’antisemitismo contro gli ebrei.

Durerà? Finché tutto va bene, e ci sentiamo relativamente in controllo, la diga antirazzismo costruita involontariamente da Hitler terrà.

…quando le cose vanno male, purtroppo fa ancora presto a salirci il nazismo.

Ah, i nostri politici ci hanno portato nell'Euro per creare un benessere illusorio mentre si mangiavano il nostro futuro? MORTE AGLI IMMIGRATI!

Ah, i nostri politici ci hanno portato nell’Euro per creare un benessere illusorio mentre si mangiavano il nostro futuro? MORTE AGLI IMMIGRATI!!!

Ma contro gli ebrei? No. Qualche eco. Oddio, l’antisemitismo avrà avuto un incremento del 10000% -da 0.00001 a 0.001, ma suvvia. Lo tsunami porta a galla anche i relitti; relitti sono.

Come nota l’articolo citato sopra

most major xenophobic parties are not overtly Anti-Semitic

E perché dovrebbero? Chi odia è gretto, e guarda all’immediato. Perché dovrebbe odiare gli ebrei? Oggi, in Europa, serve una cultura per concepire l’idea che un gruppo chiamato “ebrei” possa essere odiato! Bisogna rifarsi ad una “tradizione” stroncata generazioni fa; con uno sforzo culturale ma anche nelle sue radici dalla semplice evoluzione del mondo. E perché molti dovrebbero farlo -quando c’è semplicemente l’imbarazzo della scelta, di diversi più diversi da odiare?

Although xenophobic parties challenge immigration policies as a whole, most of their hostility is focused on Muslim immigrants

appunto. Il fatto che una cosa non sia razionale alla radice, non implica che le sue varie proprietà non lo saranno. Se si cerca qualcuno da odiare, al netto delle particolarità locali, è ragionevole che siano sempre di più i musulmani.

Con discreti motivi. In Inghilterra, dove l’immigrazione è un fenomeno antico, ci sono quartieri che bande violente rivendicano come “zona islamica” -sottoposta alla Sharia.

Ovviamente, se questo diventasse un modello diffuso, l’effetto sarebbe solo una violenta… auto-ghettizzazione. Queste zone sarebbero attraenti per chi arriva avevdo come solo bagaglio la sua fede, sentendosi aiutato da un “noi”, e “protetto” dal nuovo mondo di cui ha bisogno, ma che allo stesso tempo gli hanno insegnato a rigettare come satanico -e posso immainare che vengano efficacemente “protetti” dal rischio di volersi integrare (questa è la differenza con gli altri gruppi: un africano o un asiatico non hanno motivi non economici per non lasciare un quartiere degradato). Siccome però pochi altri potrebbero voler vivere in un quartiere del genere, diverrebbero inesorabilmente sacche di povertà ed arretratezza. Dipendenti, naturalmente, dal welfare pubblico (e magari dalla generosità di qualche emiro, a patto da servire da massa di manovra per i suoi fini).

Sarebbero tante piccole Gaza.

Non con la violenza di un ghetto imposto dall’esterno -come la vera Gaza. Ma in parte. Quartieri irrimediabilmente poveri, terreno fertile per estremismi e terrorismo.

Finché le cose vanno bene, è possibile che la polizia riesca a trovare un equilibrio, contenendo queste “polizie islamiche” se si allargano troppo, trattandole come una qualunque gang a prescindere dall’etnia.

Ma quando ci fosse una crisi grave davvero -magari non solo economica, ma anche ecologica– che metta davvero alle corde per le risorse …può essere che la diga ceda, e si faccia strada nella maggiranza l’idea che per sopravvivere alla crisi vanno estirpati “parassiti” e “minacce” -e che l’islam in quanto tale diventi il principale bersaglio.

Abbattuta la diga, la radicalizzazione dello scontro avverrebbe molto velocemente -proprio perché ha molte ragioni per esserci uno scontro. E vista la natura dell’islam, non c’è certamente da dubitare che si troverebbero abbastanza violenti ed esaltati per creare l’altra metà dell’escalation.

A quel punto, l’Europa diventerebbe una grande Israele. Sviluppata, ma con la spina nel fianco di tante enclavi islamiche, focolai di povertà, e terrorismo. Portata per questo ad una chiusura sempre più apertamente identitaria -e razzista. Come sta avvenendo in Israele.

Se esiste un pericolo razzismo, è questo. Se. Sto immaginando il caso peggiore; magari gli immigrati riusciranno ad integrarsi, magari le economie arabe si svilupperanno anche oltre il petrolio, abbastanza da evitare un’eccessiva migrazione, e stabilizzarsi sul “ciascuno padrone a casa propria”. Ma se vogliamo preoccuparci seriamente di quale razzismo potrebbe emergere oggi, questo è l'”antisemitismo” che dobiamo trovare un modo di prevenire -quello contro gli arabi. (o contro altri gruppi che possano eventualmente creare comunità chiuse e tuttavia problematiche verso l’esterno, ma l’islam è, direi, il più potente candidato)

Un eccellente modo di almeno evitare di seminare ulteriore confittualità per il futuro sarebbe, naturalmente, porre fine al conflitto in Palestina. Ma non avverrà senza un intervento esterno -o la distruzione di uno dei due contendenti. Così è fatto l’essere umano; l’odio per il diverso (quale che sia al momento) scorre profondo.

Edit: Appunto. Quanto può durare, prima che si arrivi ad uno scontro?

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2 risposte a Anti-ché?

  1. Michele Razzino ha detto:

    Bella disamina sulla questione. Matura e scritta con cognizione di causa. Ti faccio i miei complimenti anche per gli altri numerosi interventi che ho avuto modo di vedere, fa piacere leggere i commenti di qualcuno preparato ed interessato.

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